Putto Carrara

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Putto Carrara
Putto Carrara
Sala III. Bronzi

La statua, fissata in origine su un basamento in pietra, è lacunosa del braccio sinistro e di due dita della mano destra, quest’ultime spezzate in antico. Sul braccio presenta un’iscrizione etrusca lacunosa menzionante un’offerta votiva a Silvano (Selvans) e a Śuri, etimologicamente il “nero”, una sorta di Apollo infero per gli Etruschi. Ex voto raffiguranti fanciulli seduti provengono dagli antichi santuari etruschi del lago Trasimeno [cfr. Putto Graziani], di Vulci, di Cerveteri. Per l’aspetto dal volto maturo, questo bronzo è stato ipoteticamente identificato con il mitico Tagete, il veggente fanciullo con la saggezza di un anziano che proprio a Tarquinia, prodigiosamente apparso dal terreno nel corso di un’aratura troppo profonda, dettò per primo ai principes Etruriæ la disciplina etrusca, ovvero i fondamenti della religione etrusca, poi codificata in libri sacri.
Considerando il pregio della statua e il fatto che la bulla da questa indossata è un attributo dei giovani di rango in età puberale, doveva comunque trattarsi della dedica di un personaggio eminente presso un santuario urbano dell’antica Tarquinia.